Articolo scritto da errebi per ItalianBloggers.it
http://www.italianbloggers.it/10989/micheal-gregorio-critica-della-ragion-criminale/
La ricerca della verità, l’ossessione del male, la paura della guerra ed il declino di un grande filosofo come Immanuel Kant si intrecciano per le strade di Königsberg nella Prussia dei primi ‘800.
Hanno Stiffeniis è un giovane magistrato, in passato allievo di Immanuel Kant, che viene chiamato a Königsberg ed obbligato a lasciare la tranquilla Lotingen, in un inverno particolarmente gelido e con lo spettro dell’invasione
napoleonica, per una serie di omicidi talmente atroci ed inspiegabili da far pensare alla mano del divolo o più precisamente al suo artiglio.
Gli omicidi su cui Hanno viene chiamato ad indagare verranno a rispecchiarsi per molti lati all’ultimo libro del filosofo Kant ormai in attesa della fine, e sarà lo stesso filosofo ad avvicinare od allontanare il suo ex allievo dall’assassino. Lo aiuterà ad esaminare alcune prove ed a cercare di entrare nella mente criminale del killer,
secondo un processo quanto mai attuale sulle scene del crimine. Sarà attraverso questi processi logici e psicologici che il giovane Hanno riuscirà a liberarsi di alcune sue paure e dei sui sensi di colpa, e sarà sempre attraverso questi che riuscirà a risolvere il caso più enigmatico della sua vita, rasserenando il cielo sopra Königsberg e portando, seppur con l’amaro in bocca, la primavera.
Credo che ‘Critica della ragion criminale’ sia un gran bel libro, ma non per tutti. Devono piacere le ambientazioni storiche e le tematiche a risvolti psicologici che stanno dietro la carta stampata. Non è proprio un libro semplice da leggere, anche se molto scorrevole, perchè dietro ogni riga c’è un risvolto nascosto e l’angoscia del protagonista e della citta intera a causa della probabile invasione accompagnate dal freddo ed apparentemente infinito inverno portano il lettore in uno stato quasi angoscioso. Ma alla fine il cielo su Königsberg si apre ed esce il sole, riportando l’ottimismo e lasciando il lettore con un piacevole ricordo di questo libro probabilmente più psicologico che thriller ed una certa nostalgia del tempo in cui su Königsberg imperversavano la bufera ed il mistero.
Posso dire che il libro è stato criticato da molti ed apprezzato da altri, probabilmente proprio per il fatto che segue più una strada psicologica che gialla, per cui i giallisti ne sono rimasti delusi quando si sono ritrovati a dover più interpretare che capire le scene del romanzo. Come detto può essere un libro molto bello, ma se vi aspettate un thriller con continui colpi di scena e non avete voglia di impegnarvi a capire cosa è nascosto sotto ogni frase stampata vi consiglio di dedicarvi a qualche altro romanzo.
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